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L’Italia sotto assedio: l’ecomafia in crescita in ogni angolo del Paese

L’Italia sotto assedio: l’ecomafia in crescita in ogni angolo del Paese

Nel 2024 superata la soglia dei 40mila reati. Dalla cementificazione illegale ai traffici nei rifiuti, passando per la corruzione negli appalti pubblici, la criminalità ambientale si espande dal Sud al Nord

I clan si muovono con agilità da Nord a Sud, sfruttano le falle legislative e amministrative, corrompono, intimidiscono, inquinano, costruiscono, devastano. E mentre i numeri crescono, resta l’urgenza di una risposta istituzionale forte.
“Occorre approvare entro maggio 2026 la direttiva penale europea sui crimini ambientali e varare un vero e proprio Clean Industrial Deal, capace di coniugare transizione ecologica, legalità e sviluppo”, dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani sottolineando la necessità di un intervento strutturale.
Il Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente ne è la dimostrazione.
Nel corso del 2024, rileva, l’Italia ha superato una soglia preoccupante: oltre 40.590 reati ambientali, con una crescita del 14,4% rispetto all’anno precedente.
Praticamente 111 crimini ambientali al giorno, circa 5 ogni ora, che generano un fatturato di 9,3 miliardi di euro spartiti tra i clan mafiosi, che lo scorso anno ne ha contati 11 in più rispetto al 2023.
Anche le persone denunciate sono aumentate (37.186, pari a +7,8%), così come gli arresti e i sequestri.

@ Rapporto Ecomafie 2025 Legambiente

Ecomafia: una “guerra continua”

È una guerra continua, combattuta a colpi di appalti truccati, rifiuti tossici interrati, paesaggi violentati da cemento illegale. E animali maltrattati.
Il rapporto stilato da Legambiente non si limita a fotografare la crescita della criminalità ma mette in luce anche la natura dei reati che si stanno diffondendo.
Tra questi, il settore del cemento illegale è quello in cui si registra il maggior numero di illeciti: oltre 13.600 episodi, che rappresentano quasi un terzo del totale.
L’abusivismo edilizio, spesso realizzato in aree protette o a rischio idrogeologico, continua a devastare coste, campagne e periferie urbane, ridisegnando il paesaggio in modo permanente. In molti casi, questi interventi edilizi sono legati a organizzazioni criminali che, attraverso prestanome o corruzione di funzionari pubblici, riescono a costruire senza permessi o a ottenere sanatorie con mezzi fraudolenti.

88 inchieste coinvolgono i “colletti bianchi”

Accanto al cemento illegale, cresce il numero dei reati nel ciclo dei rifiuti, che nel 2024 ha visto un’impennata del 19,9%, con oltre 11.100 infrazioni accertate. Qui le mafie hanno perfezionato da anni un modello “industriale” di traffico: lo smaltimento illecito avviene spesso attraverso lo sversamento in terreni agricoli, cave dismesse o capannoni abbandonati, con effetti devastanti sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Rapporto Ecomafia Legambiente

In alcuni casi, rifiuti pericolosi vengono addirittura esportati illegalmente all’estero. Il fenomeno coinvolge non solo imprese compiacenti, ma in alcuni casi anche segmenti corrotti della pubblica amministrazione, come dimostrano le 88 inchieste avviate nell’ultimo anno per reati ambientali connessi alla corruzione, che hanno portato alla denuncia di 862 persone.

ecomafie

Il Sud Italia mantiene la leadership della criminalità ambientale

Le regioni a storica presenza mafiosa – Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – concentrano insieme quasi il 43% dei reati ambientali totali.
La Campania, con oltre 6.100 reati, è la regione con il numero più alto: un dato che conferma il radicamento della camorra nei settori dell’edilizia e dei rifiuti.
La Puglia segue con circa 4.100 infrazioni, ma detiene il primato del maggior numero di arresti per ecoreati.
In Calabria si registra un netto aumento: +37,3% di reati nel ciclo dei rifiuti, +40,8% di denunce e quasi triplicati gli arresti rispetto all’anno precedente. Le organizzazioni criminali si occupano non solo dello smaltimento illegale, ma anche del controllo delle filiere agricole, delle concessioni per impianti eolici e fotovoltaici, e persino della gestione di appalti per servizi pubblici ambientali.

Campania @Rapporto Ecomafie 2025 Legambiente

L’ecomafia si allarga nel Nord Italia

Anche il Nord evidenzia una situazione è allarmante.
La Lombardia è oggi l’ottava regione italiana per numero di reati ambientali, con 2.324 episodi, in aumento del 17,7%.
In Veneto sono stati registrati 1.823 reati, anch’essi in crescita.
Si tratta spesso di reati connessi al traffico illecito di fanghi industriali, allo smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, o all’inquinamento di corsi d’acqua. Non mancano casi di abusivismo edilizio legati al business delle seconde case o alla trasformazione selvaggia del suolo agricolo.
Secondo uno studio storico di Legambiente, la Lombardia è anche la prima regione del Nord per ecoreati negli ultimi 30 anni, con quasi 38.000 violazioni ambientali, seguita da Liguria e Piemonte.

Un altro fronte che desta allarme è quello dei reati contro gli animali, in crescita del 9,7% nel 2024.

ecomafia
Lombardia @Rapporto Ecomafie 2025 Legambiente

Le province in trincea

La geografia dell’illegalità ambientale disegnata dalle classifiche di Legambiente mette in luce una realtà frammentata ma coerente con la situazione dell’intero stivale.
Le province più colpite sono quelle di Napoli, con 2.313 reati accertati (un dato che conferma quanto il capoluogo campano continui a essere epicentro dell’ecomafia, con un mix di abusivismo edilizio, sversamenti illegali e connivenze criminali nella gestione dei rifiuti), Bari, che fa un balzo in avanti, registrando 1.526 reati, Salerno, con 1.321 reati ambientali, seguita da Roma, stabile in quarta posizione con 1.021 infrazioni penali ma anche con numeri alti negli illeciti amministrativi.

ecomafia
@Rapporto Ecomafie 2025 Legambiente

Cosenza passa dal fondo della top ten del 2023 alla quinta posizione. Subito dopo si colloca Avellino mentre, new entry tra le prime dieci province a rischio sono Genova e Ancona.
Tra le venti province più colpite compaiono poi realtà inattese come Brescia, Perugia, Cagliari, Catanzaro e Crotone.

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