Rischio aumentato di tumori e metastasi in modelli animali: nuova ricerca riapre il dibattito sulla sicurezza
Attenzione a quali integratori si prendono perché possono nascondere dei pericoli.
L’allarme arriva da uno studio condotto di un team di ricerca internazionale e riguarda la nicotinamide riboside NR, una forma di vitamina B3 molto comune che si utilizza come integratore alimentare, commercializzato anche nei siti di e-commerce e della quale si elencano numerosi benefici.
Secondo lo studio “The NADPARK study: a randomized phase I trial of nicotinamide riboside supplementation in Parkinson’s disease” potrebbe rallentare la progressione del Parkinson precoce prevenendo la morte delle cellule nervose, mentre secondo un altro la sua presenza nel tessuto muscolare può avere effetti antinfiammatori.
Tuttavia la ricerca in questione, guidata da scienziati dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Losanna e del Dipartimento di Chimica dell’Università del Missouri (che hanno lavorato con la società SwissLumix SARL dell’Istituto Ludwig per la ricerca sul cancro dell’Università di Losanna e del Nestlé Institute of health Sciences), mette ora in allerta sulla sua sicurezza.
Una nuova tecnica ha rilevato i rischi dell’integratore alimentare
In particolare i ricercatori hanno deciso di analizzare gli effetti della nicotinamide riboside in quanto tra i suoi effetti supporta l’aumento dei livelli di energia cellulare.
Attraverso l’uso di una nuova tecnica di imaging bioluminescente BiNR grazie alla quale è possibile rilevare i livelli di questa forma di vitamina B3 sia in vitro che in vivo, in tempo reale e in modo non invasivo hanno così riscontrato che questa caratteristica può avvantaggiare le cellule tumorali caratterizzate da un metabolismo accelerato aumentando il rischio di cancro e metastasi cerebrali.
L’integratore è stato somministrato ai topi per verificarne l’impatto e studiare il ruolo dell’assorbimento della nicotinamide riboside nella prevalenza del cancro e nella formazione di metastasi in un modello animale di carcinoma mammario triplo negativo. Il team di esperti, guidati dalla professoressa Goun, docente di chimica dell’Università del Missouri, ha osservato che l’assunzione dell’integratore si è tradotta in un significativo aumento della prevalenza del cancro, ma anche della formazione di metastasi cerebrali per le quali non esistono trattamenti.
I risultati dello studio sul Morbo di Parkinson
Per quanto riguarda le persone affette da Parkinson, che colpisce l’1-2% della popolazione di età superiore ai 65 anni ed è una delle principali cause di morte e disabilità, le prove eseguite con trenta pazienti ai quali per trenta giorni sono state dati 1.000 mg di Nr o placebo, hanno dimostrato che il trattamento con nicotinamide riboside è stato ben tollerato e ha portato a un aumento significativo, ma variabile, dei livelli cerebrali di NAD, una molecole cruciale per il metabolismo e la produzione di energia nelle cellule.
Livelli adeguati di NAD (dicotinamide adenina dinucleotide), come emerso da un crescente numero di prove, sono importanti per il mantenimento della salute cellulare e possono influenzare positivamente vari processi biologici, compresi quelli legati all’invecchiamento e alle malattie neurodegenerative.
Attraverso un algoritmo di analisi è stato poi verificato che NR induce una nuova rete metabolica correlata al trattamento e che l’aumento del NAD cerebrale indotto dal nicotinamide riboside è associato al miglioramento clinico del Morbo di Parkinson. La terapia Nr inoltre induce l’espressione di processi mitocondriali ovvero le attività che avvengono al livello dei mitocondri, “le centrali energetiche” delle cellule; antiossidanti e proteostatici, vale a dire la capacità di una cellula di mantenere la salute e la funzionalità del suo proteoma, l’insieme completo di proteine che essa produce.