L’Orto più antico al mondo nella sede originaria entra nel circuito ufficiale dei musei italiani. Un biglietto unico integra Orto, Giardino della Biodiversità e Museo, per un’esperienza tra storia, scienza e natura
L’Orto botanico di Padova ha compiuto un altro salto storico: dal 9 luglio, grazie al suo rinnovato Museo Botanico, è entrato ufficialmente nel prestigioso circuito dei musei italiani.
Dopo aver soddisfatto tutti i 112 requisiti di qualità previsti, l’Orto è ora integrato nel portale e nell’app ufficiale dei musei nazionali, offrendo al pubblico un’esperienza arricchita e certificata a livello nazionale.
Fondato nel 1545, l’Orto non è soltanto il più antico orto universitario ancora nella sua sede originaria, ma anche un fulcro della conoscenza botanica e storica riconosciuto dall’UNESCO dal 1997.
Il Museo Botanico, inaugurato il 13 febbraio 2023, ha finalmente aperto al grande pubblico un patrimonio storico finora riservato a ricercatori e addetti: un erbario con circa 700–800.000 campioni, semi, tavole ottocentesche, modelli, documenti rari e la ricostruita antica speziale—a testimonianza del legame tra botanica e medicina.
Un biglietto unico integrato per le visite
L’ingresso nel sistema museale nazionale non è solo un riconoscimento formale, ma la conferma che l’Orto soddisfa tutti i criteri di accessibilità, didattica, conservazione, comunicazione e gestione richiesti.
L’evento valorizza ulteriormente il ruolo dell’Orto come bene culturale, scientifico e turistico.
Visitabili ora con un unico biglietto integrato, il percorso include l’Orto rinascimentale, il Giardino della Biodiversità e il Museo, tutti presenti online e sull’app dedicata.

Con questa integrazione, l’Orto botanico di Padova si propone non più solo come un paradiso verde e storico, ma come un museo moderno, digitale e interattivo, rafforzando la sua dimensione educativa e il suo prestigio nel panorama dei musei scientifici italiani ed europei .
Geometria, filosofia e natura in dialogo
Ancor oggi, l’Orto botanico mantiene la sua struttura originaria: una pianta circolare, in cui è inscritto un quadrato, al suo interno ulteriormente suddiviso in altri quattro più piccoli, incrociati da due viali perpendicolari.
L’idea era di richiamare le teorie filosofiche dell’epoca di macrocosmo e microcosmo ed è questa a essere diventata riferimento per gli orti botanici costruiti successivamente nel mondo. I quattro “quarti”, detti anche spalti, un tempo erano sopraelevati di 70 cm; ognuno di essi prende nome dalla pianta che più li rappresenta: Magnolia, Ginkgo, Tamerice e Albizzia.
Le aiuole sottostanti sono a loro volta disposte geometricamente, per un senso di armonia e eleganza.
Oggi, le collezioni dell’Orto antico comprendono piante medicinali, insettivore, velenose, succulente, acquatiche e ornamentali, piante rare del Triveneto, flora dei Colli Euganei, oltre a piante storiche come la già citata “Palma di Goethe”, la più antica dell’Orto (1585, di soli 40 anni più giovane).
Il Giardino delle Biodiversità e il Museo
Tra il 2014 e il 2023 l’Orto Botanico ha ampliato il proprio patrimonio. Il primo evento è stata l’istituzione del Giardino delle Biodiversità: 5 grandi serre a basso impatto ambientale, le quali accolgono 1300 specie diverse e portano i visitatori in un viaggio all’interno 5 biomi diversi: arido, temperato, mediterraneo, tropicale e sub-tropicale.
Nel Giardino sono presenti 2 percorsi: il primo racconta della vegetazione terrestre nei continenti; il secondo della relazione tra essere umano e piante, tra cibo e medicina, fino ai nuovi risvolti che guardano allo spazio, alla robotica, alla vita stessa delle piante e ai loro processi vitali (non più oggetti a disposizione dell’uomo, ma essere viventi per sé autonomi).
Dal 2023, l’Orto Botanico ha anche un suo Museo i cui erbari e cataloghi saranno digitalizzati per rendere possibile, tra circa un anno, la consultazione pubblica di una delle collezioni più importanti d’Italia.
Quella dell’Orto botanico di Padova è una storia in continua evoluzione, che si perpetra nella ricerca scientifica, nei visitatori che lo attraversano (circa 200.000 all’anno, per 1600 visite guidate) e negli eventi che trovano spazio tra i suoi alberi (oltre 100 all’anno) così come nei laboratori didattici, che portano all’esplorazione di 3.500 specie e 6.000 esemplari vegetali.