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Hai due anche? Servono due esami. Anche separati

Hai due anche? Servono due esami. Anche separati

Il caso-limite denunciato dal presidente dell’Ordine dei medici di Torino evidenzia le difficoltà attuali del servizio sanitario pubblico

Nel 1986, per la promozione di una crema spalmabile a base di cioccolato, che si proponeva di diventare la principale rivale del prodotto di questo tipo ancor oggi più conosciuto e venduto, fu scelto dai creativi lo slogan “Due gusti, due baci”.
Uno spot, basato sulla simpatia del giovanissimo protagonista, finto duro in giubbotto di pelle e occhiali da sole, che potrebbe essere ripreso 30 anni dopo, con i necessari adeguamenti ma senza una briciola dell’originale ironia.
Due anche, due lastre”, si potrebbe parafrasare, riferendosi al caso assurto agli onori delle cronache dopo la denuncia del presidente dell’Ordine dei medici di Torino, Guido Giustetto.

Le anche? Per il Cup piemontese si possono radiografare una per volta

La storia è stata raccontata in occasione del convegno organizzato dallo Spi-Cgil dal titolo “Come le differenze di accesso ai servizi, le rinunce alle cure e il carovita ci tolgono la salute” per affrontare, sottolinea il sito dell’Omceo del capoluogo piemontese, il tema dei gravi disservizi del sistema sanitario pubblico che inevitabilmente dirottano i pazienti verso il privato.
Protagonista involontaria della vicenda è una anziana signora che, per un controllo dopo una caduta, aveva bisogno di una radiografia alle anche. Nonostante la prescrizione unica da parte del suo medico di medicina generale, il Cup regionale  ha fissato per gli esami due prenotazioni in 2 ospedali diversi: una per gamba appunto.

esamiIl perché è semplice: non c’era alcuna possibilità di prenotarle consecutivamente nella stessa struttura. Tra le frasi che sarebbero state pronunciate dall’operatore, alcuni media che si sono occupati della questione riportano anche la spiegazione “lei sarà anche una persona sola, ma ha due anche e io le tratto una alla volta” o la precisazione, alla richiesta di ulteriori ragguagli, che “anche per le braccia si fissano due visite”.

Leoni (Fnomceo): “Il nostro compito è trovare soluzioni”

“A mia memoria – commenta il vicepresidente nazionale di Fnomceo, Giovanni Leoni – non ricordo altri casi limite come questo, che giustamente finiscono in cronaca perché inconcepibili da un punto di vista logico, tanto più che una radiografia è una radiografia e alla fin fine non richiede tanto tempo, oltre al fatto che chi si sottopone a questo esame alle anche ha spesso problemi di mobilità”. “Sta alla responsabilità e all’intelligenza dell’operatore – prosegue il vicepresidente Fnomceo – trovare, all’interno delle liste, le migliori soluzioni e spesso basta una telefonata. Perché non va mai dimenticato che il compito di tutti coloro che operano nella sanità, da medici e infermieri a chi lavora in segreteria, è soprattutto dare risposte alla gente, cercando di risolvere i tanti piccoli problemi che si possono presentare”.

Giovanni Leoni (vicepresidente FNOMCeO)

Nella realtà veneziana, dove opera Leoni, per abbreviare i tempi d’attesa capita spesso (si parla di una percentuale di visite ambulatoriali tra il 20% e il 30%) che ci si sposti dalla terraferma o dall’hinterland al centro storico, e viceversa. E, dall’Ulss Serenissima, aggiungono che l’effettuazione dello stesso esame a due parti del corpo diverse in tempi diversi non può essere imposta, come sarebbe avvenuto a Torino, ma soltanto proposta al paziente nel caso in cui ci sia una diversa urgenza tra le due prestazioni e non ci sia la possibilità di effettuare il doppio controllo all’interno dell’ appuntamento più vicino, sia in termini temporali che di logistica.

Il Sistema sanitario nazionale e la necessità di un ripensamento

Partendo dal caso delle “radiografie divise” alle anche, Giustetto ha intanto tratto spunto per lanciare l’allarme: “L’idea che si ricava da questa storia è che la persona non conti più nulla. Oltretutto, come faranno i due radiologi, che per il referto devono necessariamente confrontare le due anche?

esami

È sempre più evidente che il sistema sanitario sta abbandonando il suo compito di offrire alle persone la cura. L’enfasi sulla prestazione ci conduce verso una versione “assicurativa” della salute”. “È vero – riprende Leoni – che ci sono state diminuzioni del numero delle prestazioni, solo parzialmente risolto con i pacchetti aggiuntivi previsti dalla Regione, e dunque possibili ritardi. Anche perché la richiesta di salute è in continuo aumento e la quota di over 65 in Italia, che oggi sono 13,7 milioni, aumenterà dall’attuale 22,8% al 33,2% della popolazione complessiva nel 2051. C’è inoltre il tema della non autosufficienza, che oggi riguarda 2,8 milioni di anziani (il 20,7% degli over 65). Un problema che però si lega all’età solo per l’81% di tutti i non autosufficienti, dipendendo anche da altri fattori come sovrappeso, problemi di metabolismo o cardiovascolari. Se, dunque, dobbiamo prepararci a questo aumento del carico di prestazioni richieste, servirà anche lavorare per mantenere più a lungo possibile l’autosufficienza”.

Alberto Minazzi

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Tag:  sanità