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Tacchi rumorosi in casa? Attenzione, può essere un reato

Tacchi rumorosi in casa? Attenzione, può essere un reato

Un risarcimento da 10 mila euro per i tacchi troppo invadenti: a Sesto Fiorentino il rumore ha superato il limite della convivenza civile. Quando il diritto al silenzio diventa materia per il tribunale

Chissà a quanti di noi è capitato di lamentarsi per il fastidioso ticchettio dei tacchi che riecheggia dal piano di sopra.
Vada se capita raramente.
Ma se quella di passeggiare “sonoramente” in casa a qualsiasi ora del giorno e magari anche della notte diventa un’abitudine, la questione può prendere una brutta piega.
Quando il diritto al riposo viene calpestato (letteralmente), anche la legge può intervenire.
È successo a Sesto Fiorentino (Fi), dove una donna esasperata dal rumore continuo ha ottenuto giustizia: la vicina è stata condannata a risarcirla con 10 mila euro per averle provocato uno stato di ansia cronica.
La sentenza segna un precedente importante: anche il suono dei tacchi può diventare un problema legale.

La tutela legale

Oltre al regolamento condominiale, nel quale sono vietate produzioni di rumori che possano alterare la quiete dei condomini al di fuori di determinate fasce orarie, a disciplinare la questione c’è infatti anche il Codice Civile.
Il limite oltre il quale si può ricorrere alla tutela del giudice, secondo l’articolo 844, è stabilito per le case comuni in 40 dB di notte e 50 dB di notte. Per ottenere la tutela è necessario che tali parametri siano superati di almeno tre decibel.
Nel caso in questione, a supportare la richiesta di risarcimento per disturbi causati dai rumori dei tacchi, con impatto sulla salute psicologica è stata prodotta una diagnosi medica che ha provato le conseguenze derivate dal superamento del livello minimo di offensività così da rendere il pregiudizio degno di tutela.

Camminare con stile può costare caro. E diventare un reato

Secondo poi l’articolo 659 del Codice Penale vi sono comportamenti che contraddicono il buon senso e la tranquillità che possono addirittura diventare reati. L’articolo specifico dice: “chiunque mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda fino a 309 euro”.
Va comunque precisato che questi comportamenti acquistano rilevanza penale nel caso in cui abbiano arrecato un effettivo pregiudizio a carico di più persone. Oltre ai tacchi anche lo spostamento di mobili, il rumore delle televisioni e la musica possono essere fonti di disturbo. In ogni caso qualora vi siano controversie è possibile richiedere un’analisi fonometrica per misurare il livello di rumore e accertare se effettivamente supera i limiti consentiti.

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