All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano impiegato un innovativo strumento non invasivo che permette di ottimizzare le diagnosi
La voglia di sole, tanto più con una bella stagione che sta faticando a esplodere, è tanta.
Ma, al tempo stesso, è sempre più diffusa la consapevolezza che, insieme a portarci tanti benefici, i raggi solari possono anche mettere a rischio la salute della nostra pelle, fino al possibile sviluppo di forme di cancro.
Tra queste, pur rappresentando solo il 5% di tutti i tumori che colpiscono la nostra cute, particolarmente insidioso è il melanoma cutaneo, che vede come principale fattore di rischio l’esposizione eccessiva e ripetuta alla luce ultravioletta, veicolata soprattutto dai raggi del sole. Il segnale principale che si potrebbe essere in presenza di un melanoma cutaneo è il cambiamento nell’aspetto di un neo o la comparsa di uno nuovo, che facilita dunque la possibilità di intervenire in tempo utile per massimizzare la possibilità di un esito positivo della cura.
La tecnologia non invasiva per scoprire i danni della pelle
In tal senso, un importante punto di riferimento è costituito dall’Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano, che vede proprio la gestione dei melanomi cutanei tra le proprie aree di eccellenza. La struttura milanese, forte di una casistica tra le più alte in Italia e in Europa (ogni anno vi arrivano oltre 1.000 delle circa 15 mila nuove diagnosi su scala nazionale), si è sempre più specializzata anche nell’utilizzo di strumenti innovativi che consentono la massima precisione nelle diagnosi.
Tra gli esami diagnostici all’avanguardia, ancora poco conosciuti anche tra gli addetti ai lavori, rientra la microscopia laser confocale, una sorta di “biopsia virtuale”, efficace alternativa in molti casi a quella invasiva chirurgica, che l’Istituto utilizza già da 4 anni. Si tratta di una procedura che consente di studiare in profondità, attraverso l’esame in tempo reale dell’architettura dei tessuti cutanei a livello cellulare, le lesioni sospette, fornendo informazioni fondamentali per la gestione dei pazienti a rischio da parte di dermatologi e chirurghi. E il tutto può avvenire applicando semplicemente una sonda sulla cute, senza necessità di un’incisione con il bisturi e di un’anestesia, eliminando così completamente il dolore.
I vantaggi dell’esame
Come specifica l’Int, i destinatari di questa valutazione di secondo livello sono soprattutto quei pazienti che presentano lesioni melanocitarie atipiche, che risultano particolarmente complesse da valutare visivamente, soprattutto in aree delicate come il volto. In particolare è indicata nei casi che riguardano i bambini e i pazienti a rischio, come trapiantati o persone in terapia immunosoppressiva. L’utilizzo della microscopia laser confocale produce quindi numerosi vantaggi, rendendo la chirurgia il più conservativa possibile, per esempio evitando l’asportazione inutile di nei benigni. Ma anche l’area di intervento, quando si renda necessaria la rimozione del tumore, viene minimizzata, visto che dall’esame è possibile valutare con estrema precisione i margini delle lesioni da sottoporre a intervento. Una risposta importante per una patologia, il melanoma, la cui incidenza è in aumento, ma la cui prognosi può essere eccellente se la diagnosi è precoce. In Italia, secondo i dati Airc, il melanoma cutaneo, pur insorgendo soprattutto in età avanzata, è anche uno dei tumori più comuni tra i giovani adulti, il terzo più frequente al di sotto dei 50 anni di entrambi i sessi.
Alberto Minazzi