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Cadaveri senza identità: il dossier che l’Italia ignora

Cadaveri senza identità: il dossier che l’Italia ignora

Sono oltre mille i corpi dimenticati nei cimiteri o negli obitori. Una tragedia silenziosa che parla di emarginazione e solitudine. Intanto i Comuni seppelliscono in silenzio i morti di nessuno

Al 30 aprile 2024, in Italia ci sono 1.108 corpi di persone decedute che aspettano di essere riconosciute.
Una tragedia nella tragedia, legata a resti umani, reclamati da nessuno, che sono stati rinvenuti nei contesti più diversificati: binari ferroviari e ospedali, baracche e abitazioni in stato di abbandono, sponde dei fiumi e aree boschive.
Perché un cadavere non identificato, sottolinea nell’ultima relazione pubblicata sul sito del Ministero dell’Interno dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse Maria Luisa Pellizzari, può rappresentare il drammatico epilogo di una persona che ha fatto perdere le proprie tracce. Un tema, quello delle scomparse, su cui anche l’opinione pubblica ormai è consolidata nel ritenere si tratti “non di un fatto privato ed esclusivo delle famiglie, ma di un dramma che riguarda l’intera società civile”. E che, nel caso dei cadaveri non identificati, diventa ancor più delicato, sia dal punto di vista etico che giuridico, per i risvolti di natura civilistica e patrimoniale che vi si collegano.

L’Italia dei cadaveri senza nome

Nel primo semestre del 2024, riporta lo stesso rapporto, per la prima volta, rispetto all’andamento sempre crescente degli ultimi anni, si è registrata una diminuzione significativa del numero delle denunce delle persone scomparse e un altrettanto importante miglioramento degli indici di ritrovamento, con i rintracci aumentati grazie all’efficientamento dei sistemi applicati dell’8% in 6 mesi. Ciò, però, non consente di ritenere che il fenomeno possa ritenersi superato. Con riferimento specifico ai cadaveri senza nome, va ricordato che, nel 2007, pur in mancanza di una specifica previsione nel dettato normativo, fu istituito il Registro nazionale dei cadaveri non identificati, con la finalità di raccogliere le informazioni più rilevanti su segni distintivi, caratteristiche fisiche e altri dettagli relativi a corpi e resti umani senza identità rinvenuti, con l’invito rivolto alle singole Prefetture di effettuare le segnalazioni con cadenza bimestrale.

cadaveri

Sul tema, va ricordato anche che la legge 203 del 2012 ha integrato la disciplina giuridica, dettando disposizioni per favorire le ricerche di persone assenti per un tempo prolungato, compresi i corpi senza vita.

A Roma, circa 5 cadaveri senza nome a settimana

L’ultimo aggiornamento statistico comunicato dal Commissario evidenzia, a livello regionale, il triste primato del Lazio, trascinato da Roma. Dei 269 cadaveri non identificati nella regione centrale, ben 251 ne sono stati trovati infatti nella capitale: in media, poco meno di 5 ogni 7 giorni. Al secondo posto c’è la Lombardia, con 180 corpi, di cui 101 a Milano.
In Puglia, il totale è di 65, con Foggia a quota 25, seguita (a 17) da Brindisi, dove è elevata l’incidenza dei reduci da sbarchi o naufragi. Dai dati si capisce anche come siano interessate sia le grandi città (16 cadaveri a Firenze, 15 a Genova), che realtà più piccole, come testimoniano i 17 casi di Imperia e i 13 di Sassari. Nel quadro complessivo, va sottolineato, vengono presentate le cifre relative a sole 9 regioni: quelle che hanno sottoscritto il protocollo sui cadaveri non identificati. La prima, a settembre 2023, è stata la Lombardia, seguita a maggio 2024 dal Lazio. Progressivamente se ne sono aggiunte altre (l’ultima, recentissima, è la Sardegna), con colloqui a livello avanzato in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Campania.

La sepoltura dei cadaveri senza nome

L’obiettivo dei protocolli è quello di “promuovere una sperimentazione collaborativa e sviluppare azioni, progetti e/o iniziative in materia di anagrafe dei corpi senza identità, allo scopo di evitare che gli stessi possano restare privi di esame autoptico/autopsia ed essere sepolti senza il prelievo del campione biologico, necessario per l’inserimento nella prevista Banca”. In particolare, con l’ok dell’Anci, vi si stabilisce che sono i Comuni a pagare per il trasporto e il seppellimento della salma, in uno spazio dedicato all’interno dei rispettivi cimiteri. Secondo la normativa, un cadavere senza nome può essere seppellito solo dopo un periodo che può variare da un paio di mesi, in caso nessuno lo reclami, fino a qualche anno, specie quando è impossibile identificarlo o riconoscerlo. È dunque necessario attendere il completamento degli accertamenti e delle analisi da parte della scientifica.

Alberto Minazzi

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