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Italia Smart: chi vince nella corsa alle città del futuro

Italia Smart: chi vince nella corsa alle città del futuro

Tecnologia, ambiente e inclusione ridisegnano la mappa delle città italiane: ecco chi sta migliorando davvero la qualità della vita secondo l’EY Smart City Index

La transizione digitale sta incidendo in maniera importante sull’evoluzione dell’ecosistema urbano italiano, rendendo le nostre città più competitive a livello internazionale, ma soprattutto migliorando la qualità della vita dei cittadini attraverso benefici concreti.
Non a caso, negli ultimi 3 anni i nostri 109 capoluoghi, di qualunque dimensione, potendo contare in particolare sulla spinta derivante dalle risorse messe a disposizione per gli investimenti specifici attraverso il Pnrr, hanno fatto segnare in generale una notevole crescita sotto tutti i punti di vista che rendono una città “smart”: digitalizzazione, sostenibilità e inclusione. Lo dice l’aggiornamento dell’EY Smart City Index, appena pubblicato, che documenta un sorpasso al vertice: a guidare è ora Bologna, che ha scavalcato Milano, con Torino salda al 3° posto, incalzata ora dalla rapida ascesa di Venezia (passata da 9^ a 4^) e Roma (da 12^ a 15^).

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Bologna

Smart cities: metropolitane, ma non solo

La top ten della classifica assoluta vede infatti 7 delle 14 grandi città metropolitane, con Trento, prima tra le città “medie” scesa dal 4° al 6° posto, che precede Cagliari, oggi 7^ assoluta dopo il 19° posto della precedente graduatoria, datata 2022. La performance isolana è solo uno degli esempi che testimoniano il significativo miglioramento delle realtà del Sud, diventate veri e propri laboratori di innovazione soprattutto grazie al boom degli investimenti nel digitale, con Bari che ha guadagnato 17 posizioni e ora è 19^ assoluta e Palermo, attestata oggi al 27° posto, in crescita di 19 piazze.

E se, in generale, maggiore è la dimensione della città, più alta è la posizione in classifica (le prime 10 delle 47 città medie si posizionano tra il 6° e il 18° posto mentre i migliori 10 tra i 48 capoluoghi sotto gli 80 mila abitanti vanno dal 21° al 46° posto, con Pavia davanti a tutti), ci sono diverse tra le città più piccole che recuperano attorno alle 30 posizioni (per esempio Belluno è passata dal 69° al 36° posto, Nuoro dal 78° al 48°).

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La classifica Ey Smart City Index 2025 (@ey.com)

Inoltre, in maniera inversamente proporzionale al numero di abitanti, aumenta il peso della componente della transizione ecologica, che vede per esempio colonnine elettriche, piste ciclabili e bike sharing tra i 323 indicatori (suddivisi nelle due macrocategorie “Readiness”, che guarda agli investimenti per rendere disponibili infrastrutture e servizi, e “Comportamenti dei cittadini”).

I 3 ambiti per misurare il livello di “smartness”: la transizione digitale

Il calcolo del punteggio, poi, è stato effettuato sulla base di 3 ambiti di analisi. Il primo è quello della transizione digitale, che valuta il livello di digitalizzazione e innovazione delle città, analizzando l’accesso a tecnologie avanzate, connettività e implementazione di servizi pubblici intelligenti. E vede sul podio, nell’ordine, Milano, Bologna e Roma, in una top 10 assoluta chiusa da Venezia. È l’ambito che ha registrato importanti investimenti in ultra-broadband, servizi online, IoT e sensoristica. Quest’ultimo, per esempio, ha registrato negli ultimi 3 anni un aumento del +30% nella diffusione dei sensori e del +40% nelle centrali di controllo della mobilità, della sicurezza urbana e delle piattaforme di monitoraggio dei consumi energetici negli edifici pubblici. Il rapporto evidenzia come il 13% dei capoluoghi si sia dotato di tutte e 3 le tipologie (traffico, sicurezza ed energia) e sottolinea che, nel confronto triennale, la “readiness” delle Città metropolitane in questo ambito è cresciuta del +22,7%.

La transizione ecologica

Il secondo ambito è quello della cosiddetta “transizione ecologica”, che si concentra sulla riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’adozione di energie rinnovabili, la promozione della mobilità sostenibile e la tutela del verde urbano.
In questa prospettiva, nel 2025 città risultata più avanzata è stata Bergamo, seguita da Venezia, Brescia e Torino. In generale, il miglioramento si è registrato in entrambe le macrocategorie. Per la readiness, gli investimenti in efficienza energetica, mobilità green e gestione responsabile delle risorse naturali sono aumentati del +21,5% nelle grandi città, del +10% in quelle medie e del +33% nelle piccole. Quanto ai comportamenti, i cittadini hanno aumentato l’uso di auto non inquinanti, la raccolta differenziata, il risparmio energetico e ridotto gli sprechi d’acqua rispettivamente del +11%, +4,5% e +13,6%.

Le smart cities più inclusive

Nel punteggio complessivo, gli aspetti “human” ricompresi nel terzo ambito, quello dell’inclusione sociale, hanno assunto maggiore importanza. Si tratta di voci che misurano la coesione, considerando l’accessibilità ai servizi fondamentali, la riduzione delle disuguaglianze e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sociali, coprendo soprattutto 3 aspetti: politiche e dinamiche sociali, attrattività (cioè capacità di attrarre nuovi abitanti e nuove imprese) e digital engagement (ovvero il ricorso al digitale e ai nuovi media per migliorare l’ascolto e il dialogo con i cittadini). È proprio quest’ultimo tema (che vede ai primi 5 posti, nell’ordine, anche Pordenone, Modena, Milano e Venezia) uno dei punti di forza di Bologna, che svetta nell’ambito, davanti a Trieste e Pordenone, anche per la spesa in servizi sociali.

Alberto Minazzi

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Tag:  Smart City