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Autovelox, rischio stop dal 12 giugno: multe e incassi in bilico

Autovelox, rischio stop dal 12 giugno: multe e incassi in bilico

Senza omologazione più della metà dei dispositivi rischia lo spegnimento: a rischio oltre 40 milioni di euro l’anno in entrate per le città italiane e la sicurezza stradale durante l’estate

Gli autovelox rischiano di finire fuori gioco.
Il caos normativo sulla loro omologazione potrebbe costringere infatti migliaia di Comuni – grandi e piccoli – a spegnere i dispositivi, con perdite stimate da Codacons in oltre i 40 milioni di euro solo nelle 20 città più multate d’Italia, che nel 2023 hanno incassato oltre 65 milioni di euro .
La scadenza è fissata: entro il 12 giugno tutto dovrà essere in regola, altrimenti addio multe e addio incassi.
E con l’estate alle porte, anche la sicurezza stradale vacilla.

L’omologazione degli autovelox

Il nodo del contendere è la necessità di un decreto (già presentato, ma poi ritirato) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, dopo la recente modifica delle norme relative agli apparecchi di rilevamento automatico della velocità, faccia chiarezza sull’omologazione degli autovelox approvati prima del 2017, che costituiscono ben oltre la metà di quelli utilizzati sulle nostre strade: il 59,4% dei dispositivi fissi e il 67,2% di quelli mobili.
“Approvazione” e “omologazione” prevedono infatti procedure distinte: la prima si limita alla verifica del corretto funzionamento tecnico dell’apparecchio, mentre la seconda, più rigorosa, controlla la corrispondenza e l’efficacia del dispositivo ai fini dell’applicazione delle prescrizioni del Codice della strada.
“Senza omologazione – scrive il Coordinamento delle associazioni per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori – più della metà degli apparecchi andrà spenta”. Una sentenza della Cassazione ha infatti dichiarato fuorilegge gli apparecchi approvati ma non omologati, invalidando le relative multe elevate. E i tempi per far sì che i Comuni si adeguino sono ormai prossimi alla scadenza.

autovelox

Le novità in arrivo dopo il 12 giugno

La tagliola, come detto, è quella del prossimo 12 giugno, data in cui entreranno nella fase operativa le nuove disposizioni in tema di autovelox introdotte dal decreto ministeriale dell’11 aprile 2024. Sempre il Codacons, a riguardo, ricorda alcune delle novità più rilevanti. In primo luogo, servirà un provvedimento del prefetto per l’individuazione dei tratti di strada su cui sarà possibile utilizzare gli autovelox, che dovranno rispondere ad almeno una delle condizioni previste: elevata incidentalità da velocità nel quinquennio precedente; impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata della violazione; velocità dei veicoli in transito mediamente superiore ai limiti consentiti.
I dispositivi dovranno poi essere posizionati a una distanza minima tra loro. Per quelli mobili, sono 4 km sulle autostrade, 3 sulle strade extraurbane principali, 1 km su strade extraurbane secondarie, locali, itinerari ciclopedonali e strade urbane di scorrimento, 500 metri su strade urbane di quartiere e urbane locali. Per le postazioni fisse, 500 metri in ambito urbano e nelle zone di confine con l’ambito extraurbano.

Altre nuove regole per gli autovelox

C’è anche una distanza minima da rispettare tra il segnale del limite di velocità e l’autovelox: 1 km su strade extraurbane, 200 metri su strade urbane di scorrimento e 75 metri su altre strade. Il decreto prevede infine che la collocazione di autovelox possa avvenire solo su strade che rispettino alcuni requisiti oggettivi. Per quelle urbane di scorrimento è necessario che il limite massimo di velocità consentito sia pari a quello previsto per quel tipo di strada (comunque non inferiore a 50 km/h).
Nelle strade urbane di quartiere e urbane locali gli autovelox sono ammessi solo se il limite massimo di velocità consentito è pari a quello previsto per quel tipo di strada (50 km/h).

codice della strada

Su autostrade, extraurbane principali, extraurbane secondarie, extraurbane locali la previsione è quella di un limite di velocità imposto pari o comunque non inferiore di oltre di 20 km/h rispetto a quello previsto per quel tipo di strada. Per chiarire meglio, al riguardo, il Codacons fa l’esempio di una strada extraurbana, dove il limite previsto dal Codice è normalmente di 110 km/h: il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori.

Quanti autovelox a rischio!

L’effetto delle nuove regole, sottolinea dunque Assoutenti, potrebbe essere quello di rendere “orfane” dagli autovelox strade in cui se ne è fatto fino ad oggi grande uso. “In assenza di regole certe – è la denuncia del presidente Gabriele Melluso – si rischia il caos sulle strade delle vacanze. I Comuni che adottano apparecchi non omologati dovranno infatti disattivarli, pena una raffica di ricorsi da parte degli automobilisti, con conseguenze non indifferenti sul fronte della sicurezza stradale e sulle casse degli enti locali, che non potranno più disseminare le strade di autovelox”. L’Associazione nazionale utenti servizi pubblici ricorda infatti che alcune strade particolarmente usate dagli automobilisti per gli spostamenti estivi sono caratterizzate da una massiccia presenza di autovelox. Tra gli esempi, si cita quindi il Salento, i cui Comuni hanno registrato entrate da autovelox fino a 23 milioni di euro l’anno. O la statale 372 Telesina, da Caianiello a Benevento, che porta ben 2,3 milioni di euro ad appena 3 Comuni (Puglianello, Castelvenere, Torrecuso). Ancora, la statale 213 Flacca, sul litorale sud del Lazio, che ha garantito nel 2023 quasi 2,2 milioni al solo Comune di Terracina. Ma i casi-simbolo arrivano anche dal Nord: Colle Santa Lucia, poco più di 350 abitanti sulle Dolomiti bellunesi, ha incassato dal 2021 al 2023 quasi 1,3 milioni. E sul percorso Rovereto-Garda, appena 56 km, le scorse estati erano attive circa 15 postazioni, mentre tra Bolzano e San Candido (circa 100 km) ne sono stati segnalate oltre 10.

Alberto Minazzi

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