Dal Piave a Villa Giusti, tra trincee e ville padovane, la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio di una rinascita industriale e sociale
Il 3 novembre 1918, a Villa Giusti, alle porte di Padova, venne firmato l’armistizio tra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico.
L’Italia voltava pagina dopo tre anni di conflitto che avevano inghiottito 700 mila vite.
Villa Giusti, oggi nota come “Villa Giusti dell’Armistizio”, apparteneva al senatore Vettor Giusti del Giardino e fu scelta per la sua posizione appartata e per il grande parco che consentiva colloqui riservati.
La villa aveva già ospitato il re Vittorio Emanuele III nel periodo tra novembre 1917 e gennaio 1918, quando il comando italiano si trasferì da Padova per motivi di sicurezza.
Il 3 novembre, all’interno della stessa Sala oggi chiamata dell’Armistizio, furono firmati, dopo due giorni di trattativa, i documenti che avrebbero sospeso le ostilità.
Le sedie originali, conservate ancora oggi, raccontano di un re Vittorio Emanuele III che, in divisa, trovò più comoda una seggiola leggermente più bassa, mentre interpreti e ufficiali correvano tra stanze e radiotelegrafi per tenere collegamenti segreti con Vienna.
L’armistizio entrò ufficialmente in vigore il giorno successivo, 4 novembre, segnando la fine dei combattimenti.

Il Veneto nella Grande Guerra
Il Veneto era considerato “Zona di Guerra” fin dal 24 maggio 1915.
L’ammiraglio Thaon di Ravel amministrava un territorio che andava da Cavazuccherina (oggi Jesolo) fino a Chioggia, includendo comuni che oggi appartengono alle province di Padova e Treviso: Zero Branco, Ponte di Brenta, Trebaseleghe, i comuni della cintura orientale padovana e Piove di Sacco.
La disfatta di Caporetto, nel 1917, portò a un arretramento del fronte sul Piave, lasciando tre quarti del territorio veneto sotto occupazione austro-tedesca.
Le fabbriche furono smantellate e trasferite nell’Impero, mentre circa 800.000 persone fuggirono dalle zone invase.
I danni materiali furono stimati in circa 2 miliardi di lire prebelliche, l’equivalente di diversi miliardi di euro oggi.
Porto Marghera e la nascita industriale
Durante la seconda metà del 1917, Venezia ospitò la nascita di Porto Marghera, destinato a diventare un polo per la produzione chimica e la lavorazione dei mezzi militari.
L’area iniziò a svilupparsi come centro industriale strategico, sostenendo lo sforzo bellico e preparando il terreno per lo sviluppo economico del Veneto negli anni successivi.



