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1° maggio: i lavoratori festeggiano... scioperando

1° maggio: i lavoratori festeggiano... scioperando

Inedita astensione generale proclamata da un sindacato di base nel giorno della Festa

La sigla sindacale che ha indetto lo sciopero, l’Usi-Cit, non è una delle 3 grandi confederazioni dei lavoratori italiani (Cgil, Cisl e Uil), per cui anche la concreta adesione alla mobilitazione potrebbe essere sostanzialmente contenuta.
Ma l’Unione Sindacale Italiana è riuscita comunque a fare notizia con il suo sciopero generale nazionale.
Come riportato nell’annuncio depositato a norma di legge presso il Dipartimento della Funzione pubblica, la data scelta dal sindacato di base ha una valenza decisamente simbolica: a essere coinvolta, in tutti i settori pubblici e privati, sarà infatti l’intera giornata lavorativa del 1° maggio 2025. Ovvero proprio la ricorrenza in cui si celebra la Festa dei lavoratori.

Lo sciopero del 1° maggio

Incrociare le braccia in questa data, negli intenti del sindacato, potrebbe essere dunque il modo più efficace per rinnovare il messaggio secondo cui nel mondo del lavoro sono sempre più le persone che, pur attive, si trovano a operare in contesti che non garantiscono loro la giusta sicurezza sotto diversi punti di vista, a partire da quello economico.
L’Usi-Cit parla espressamente di uno sciopero generale proclamato “per un Primo Maggio di lotta e autogestione. Per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario e della vita lavorativa”, richiamando tra l’altro l’attenzione su temi come gli stipendi troppo bassi, rivendicando la difesa del diritto alla salute e alla casa, dicendo no al coinvolgimento militare internazionale dell’Italia e opponendosi con forza alle politiche di privatizzazione e precarizzazione. L’invito all’astensione dal lavoro è stato rivolto dal sindacato a tutti i lavoratori e le lavoratrici senza distinzioni di categoria, potendo così interessare anche comparti sensibili come sanità e servizi pubblici. Sono stati però espressamente esclusi dalla Commissione di garanzia alcuni comparti che hanno già scioperato nelle ultime settimane, tra cui il trasporto aereo e ferroviario.

La Festa del 1° maggio

Sempre per il 1° maggio, un altro sindacato, l’Usb, ha invece annunciato l’organizzazione di una serie di presidi, cortei, manifestazioni tematiche e assemblee pubbliche in diverse città, tra cui Milano, Napoli, Torino, Bologna e Roma.
Proprio nella capitale, fedeli alla tradizione, Cgil, Cisl e Uil hanno invece organizzato il tradizionale Concertone, che torna nel 2025 in Piazza San Giovanni. L’evento musicale è nato nel 1990, ovvero un secolo e un anno dopo la dichiarazione da parte della Seconda Internazionale Socialista di proclamare ufficialmente per il 1° maggio la Festa internazionale dei lavoratori.
La data fu scelta nel 1889 con riferimento ai fatti avvenuti 3 anni prima a Chicago, nel cosiddetto “Haymarket Affair”.

1° Maggio
Nella città statunitense, nel 1886, la polizia sparò per disperdere la folla su un corteo di lavoratori, causando la morte di 2 di essi e dando il via a violenti scontri in cui persero la vita altre persone, mentre gli organizzatori furono processati e condannati a morte in un processo successivamente riconosciuto come una farsa. Sospeso dal fascismo, che lo sostituì con la “Festa del lavoro italiano” del 21 aprile, in Italia il 1° maggio fu ripristinato come festività nazionale dal 1946.

Confartigianato: in Veneto più occupati e salari su

Il 1° maggio offre in ogni caso un’importante occasione per fare il punto sull’andamento del mercato del lavoro. Confartigianato Imprese Veneto, per esempio, ha scelto questa data per presentare una fotografia da cui emergono dati incoraggianti sulla realtà regionale. Il Veneto, con un +7,2%, risulta infatti la prima regione del Nord Italia per crescita occupazionale tra il 2021 e il 2024: cifre superiori alle medie italiane (+6,1%) e dell’Unione Europea (+4,8%), ma anche di grandi Paesi come Francia (+4,5%) e Germania (+4,5%). La regione spicca in particolare per gli addetti impiegati nelle imprese artigiane: in Veneto sono oltre 311 mila, sui 2,6 milioni di tutta Italia. In un contesto generalizzato di ripresa delle retribuzioni reali (in Italia, in generale, +3% al netto dell’inflazione), gli aumenti retributivi nei vari comparti dell’artigianato nel nostro Paese hanno registrato una crescita tra il +12% e il +14%, con valori ancor più alti di circa il 4% in Veneto. “Gli aumenti salariali registrati – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto – dimostrano che il modello dell’artigianato veneto, fondato sulla contrattazione, sulla valorizzazione delle competenze e sulla responsabilità sociale, funziona”.

Alberto Minazzi

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