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La scienza al servizio di economia e ambiente

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L’esempio dello spin-off Crossing di Ca’ Foscari: università e impresa insieme in cerca di nuove soluzioni per uno sviluppo sostenibile

Ci sono storie che vanno raccontate. Perché sfatano alcuni falsi miti, perché narrano di idee che sono diventate avventure e di professionalità diverse che si mettono in gioco per trasformare produzioni ad alto impatto ambientale in produzioni sostenibili.

Questa è la storia di una ricercatrice veneziana che, partendo dallo studio di scarti di pellame e da un’esperienza in campo farmaceutico, grazie alla collaborazione di Ca’ Foscari ha avviato uno spin-off che rientra oggi tra le start up più innovative d’Italia. Non si tratta solo di brevetti (cinque quelli ad oggi depositati) o di una realtà astratta tutta da verificare, ma di un’esperienza concreta che sta riscuotendo ottimi risultati nel settore della concia, per il quale l’Italia si colloca tra i primi posti nel mondo per valore di produzione e per valore dell’export (3,8 miliardi di euro nel 2016) e il Veneto risulta uno dei maggiori distretti del mondo oltre che il più importante in Italia per produzione e numero di addetti.

Poiché da nuove intuizioni nascono nuove scoperte, spin-off Crossing (così si chiama questa società, facente parte di una tipologia favorita e regolamentata dagli atenei italiani) è destinato a crescere e a portare alla realizzazione di materiali innovativi e sostenibili in nuovi settori quali quello alimentare, cosmetico, delle plastiche e dei tessuti. Dopo il mondo delle concerie, l’ambito di ricerca sul quale gli scienziati del dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi di Ca’ Foscari si stanno concentrando ora riguarda infatti il collagene. «Il collagene – spiega Valentina Beghetto, la ricercatrice e docente di Chimica organica industriale di Ca’ Foscari che ha dato avvio allo spin-off Crossing – può essere la soluzione futura della fame nel mondo. Stiamo studiando la possibilità di recuperarne degli scarti per realizzare alimenti per animali, gelatine e cosmetici».

In mezzo a tutto questo stanno le realizzazioni di borse della spesa resistenti e impermeabili, oltre che ovviamente biodegradabili, di cartoni di latte e vino che ne conservino le proprietà senza l’uso di conservanti e di altri materiali presto green «grazie all’uso di una specifica classe di molecole impiegate come agenti attivanti di “cross-linking” (ACL) , da cui deriva il nome dello spin-off». La novità assoluta non sta tanto nella scoperta di queste molecole, che funzionano come attivatori chimici, di fatto già utilizzate nell’industria farmaceutica, ma nel loro uso nelle produzioni industriali e nell’utilizzo di una tecnologia innovativa in grado di abbattere in modo significativo costi che, altrimenti, non sarebbero sostenibili.

Lo spin off nell’industria conciaria

La collaborazione con importanti gruppi industriali del territorio nella produzione di pellame è nata dalla volontà di provare a migliorare, soprattutto dal punto di vista ambientale, l’impatto di determinati settori industriali come quello delle concerie, di fatto con grandi problemi legati alla sostenibilità. L’uso degli attivatori ha determinato una riduzione totale dell’uso di cromo, fenolo e formaldeide ed ha portato a una diminuzione del 20% del consumo idrico. Sono risultati ovviamente importanti soprattutto per la sicurezza dei lavoratori, non più a contatto con agenti chimici cancerogeni e sensibilizzanti. «Questa stimolante avventura professionale – ha rilevato Valentina Beghetto – è nata grazie a Ca’ Foscari. L’ateneo non è una realtà astratta né una scatola chiusa ma una rete di conoscenze preziose e di competenze complementari. L’altro elemento fondamentale sono però le imprese, le aziende con cui condividere i risultati della ricerca per creare nuovi mercati».

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